Quando, gli occhi chiusi, una calda sera autunnale
io respiro il profumo del tuo bel [...]
Mia povera musa, ahimè, che cos’hai stamattina?
Nei vuoti tuoi occhi si affollano le visioni notturne
e vedo riflessi sulla tua pelle uno dopo l’altro
la follia e l’orrore, freddi e taciturni.
Il verdastro succubo e il diavoletto rosa
hanno versato la paura e l’amore dalle urne?
L’incubo, col pugno dispotico e malvagio,
ti ha annegata in un fiabesco Minturno?
Voglio che il tuo seno della salute emani
l’odore e sia dimora di forti pensieri
e che il tuo sangue cristiano scorra in armoniche onde,
come i suoni di sillabe antiche,
dove a turno regnano il padre del canto,
Febo, e il grande Pan, signore delle messi.