Nel fiele delle crete,
nel sibilo dei rettili,
il forte buio che sale dalla terra
abitava il tuo cuore.

Tu già dolente al cielo delle rive
ti crescevi crudele il sangue
d’una razza senza legge.

Qui dove dorme verde l’aria
di questi mari in cancrena,
affiora bianco scheletro marino.
E tu senti una povera vertebra umana
consorte a quella che il flutto
logora e il sale.

Fino a che memoria ti sollevi
a sospirati echi,
dimenticata è morte:
e la candida immagine sull’alghe
segno è dei celesti.

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