Portami il tramonto in una tazza,
sommami le caraffe del mattino
e dimmi quante stillano di rugiada.
Dimmi fin dove salta il mattino –
Dimmi fin quando dorme colui
che intrecciò e lavorò le vastità d’azzurro.

Scrivimi quante sono le note
tra i rami incantati
raccolte nell’estasi del nuovo pettirosso –
E quanti i viaggi della tartaruga –
E quante le coppe a cui l’ape si nutre,
Baccante di rugiada!

E ancora, chi posò i moli dell’arcobaleno,
chi conduce le docili sfere
con vinchi di morbido azzurro?
E ancora quali dita risaldano le stalattiti,
chi conta le conchiglie della notte,
per vedere che non ne manchi nessuna?

Chi costruì questa casupola bianca
e così salde ne serrò le finestre
che al mio spirito non è dato di vedere?
Chi mi farà uscire un giorno di gala
e mi darà quanto occorre per volar via
più sfarzosamente di un re?

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